Il 13 marzo 2024 è stato approvata dal Parlamento europeo l’AI Act, il nuovo regolamento volto a disciplinare l’intelligenza artificiale in Europa e i diritti e i doveri di chi ne fa uso.
Il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) solleva numerose preoccupazioni e problematiche, in particolare riguardo al suo impatto sui diritti e sulle libertà fondamentali. Per questo, l’Unione Europea (UE) ha compiuto un passo significativo per regolamentarne l’uso.
Cos’è l’AI Act?
L’AI Act, noto anche come EU Artificial Intelligence Act, è un regolamento dell’Unione Europea che mira a disciplinare un utilizzo sicuro e responsabile dell’intelligenza artificiale nel rispetto dei diritti e dei valori fondamentali. Questa legge definisce un sistema di intelligenza artificiale come «un sistema basato su macchine progettato per operare con vari livelli di autonomia e che può mostrare capacità di adattamento dopo l’implementazione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce, dagli input che riceve, come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali».
Introdotto dalla Commissione Europea già nell’aprile 2021, si inserisce nell’ambito della strategia digitale dell’UE e definisce un quadro normativo basato su un approccio a quattro livelli di rischio:
- Rischio inaccettabile: Sono vietati i sistemi di IA che sono considerati una minaccia evidente per la sicurezza, i diritti fondamentali o i valori dell’UE. Ad esempio sistemi di sorveglianza di massa e sistemi di punteggio sociale.
- Rischio elevato: Sistemi di IA che possono avere un impatto significativo sulla vita delle persone devono soddisfare requisiti rigidi prima di essere immessi sul mercato. Questi requisiti includono la trasparenza, la qualità dei dati, la supervisione umana e la gestione del rischio. Esempi di IA ad alto rischio includono applicazioni in ambito sanitario, occupazionale e di sicurezza.
- Rischio limitato: Sistemi di IA che richiedono solo obblighi di trasparenza specifici, come chatbot che devono informare gli utenti che stanno interagendo con una macchina.
- Rischio minimo: Sistemi di IA che rappresentano un rischio minimo o nullo, come i filtri antispam o i giochi basati su IA. Questi sistemi non sono soggetti a regolamentazioni specifiche.
Perché l’AI Act è importante per l’industria?
Nell’ambito della produzione e dell’industria, l’AI Act può fornire diversi vantaggi alle imprese italiane. Oltre all’obbligo di rispettare le normative europee, aderire a questo regolamento significa anche poter cogliere opportunità significative per crescere e competere su scala globale. Come? Innanzitutto, fornisce un quadro normativo chiaro che può aiutare le aziende italiane a innovare in un ambiente regolamentato e sicuro. Il che può promuovere la fiducia degli investitori e stimolare la crescita del settore IA. E lo stesso vale per i consumatori e degli utenti finali, che saranno più motivati a fidarsi delle soluzioni IA italiane.
Inoltre, la conformità alle norme dell’AI Act garantisce alle imprese italiane l’accesso al mercato unico europeo. Un aspetto fondamentale per le PMI che puntano a espandersi e competere a livello internazionale. Infine, il rispetto dell’AI Act potrebbe facilitare l’ottenimento di finanziamenti pubblici e privati per la ricerca e lo sviluppo nel campo dell’IA. Infatti, l’UE ha già stanziato fondi significativi per promuovere lo sviluppo etico e responsabile di queste tecnologie.