Importanti novità riguardanti il Piano Nazionale Transizione 4.0. La Manovra 2021 conferma alcuni punti decisivi, tra cui la proroga al 2022, l’adozione del principio di retroattività e un rafforzamento di circa 24 miliardi di euro.
Piano Nazionale Transizione 4.0: obiettivi e tempistiche
Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si propone di supportare e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica – soprattutto digitale – e di sostenibilità ambientale. Il “primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano” si pone due obiettivi principali:
- Stimolare gli investimenti privati, fortemente penalizzati dall’emergenza COVID-19.
- Garantire stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023.
I nuovi crediti d’imposta sono previsti per due anni e, al fine di favorire ulteriormente le imprese, il ministero dell’Economia e il ministero dello Sviluppo hanno raggiunto un accordo riguardo alla proroga del Piano fino al 2022. Infatti, è stata confermata la possibilità di beneficiare del credito per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31 dicembre 2022, con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei sei mesi successivi (quindi, entro giugno 2023). Inoltre, è confermata anche il principio di retroattività della misura, la cui decorrenza è stata anticipata al 16 novembre 2020.
Buone notizie anche per quanto riguarda le tempistiche di fruizione dei crediti e compensazione, per cui è prevista l’anticipazione e la riduzione, con maggiori vantaggi fiscali nell’anno. In particolare:
- Per gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro, il credito d’imposta è fruibile in un anno;
- È ammessa la compensazione immediata (dall’anno in corso) del credito relativo agli investimenti in beni strumentali;
- Per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni in luogo dei 5 anni previsti a legislazione vigente.
Rialzo di aliquote e massimali di investimento
Maggiorati i tetti delle aliquote e i massimali di investimento per i beni materiali e immateriali, sia 4.0 che non. Nel dettaglio, è previsto:
Beni materiali 4.0:
- Nuova aliquota al 50% nel 2021 e 40% nel 2022 per spese inferiori a 2,5 milioni di euro.
- Nuova aliquota al 30% nel 2021 e 20% nel 2022 per spese superiori a 2,5 milioni e inferiori a 10 milioni di euro.
- Nuovo tetto con aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022 per le spese superiori a 10 milioni di euro e fino a 20 milioni.
Beni immateriali 4.0:
- Incremento dal 15% al 20%;
- Massimale da 700 mila a 1 milione di euro.
Beni materiali e immateriali non 4.0:
- Incremento dal 6% al 10% per tutti del credito beni strumentali materiali (ex super) per il solo anno 2021;
- Incremento dal 6% al 15% per investimenti effettuati nel 2021 per implementazione del lavoro agile;
- Estensione del credito ai beni immateriali non 4.0 con il 10% per investimenti effettuati nel 2021 e al 6% per investimenti effettuati nel 2022.
Ma non è tutto. Per gli investimenti in Ricerca e Sviluppo è stato previsto un incremento dal 12% al 20% e un massimale da 3 milioni a 4 milioni di euro. Mentre l’innovazione green e digitale vede un incremento dal 10% al 15%, con un massimale da 1,5 milioni a 2 milioni. Incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni sia per l’innovazione tecnologica che per design e ideazione estetica.
Infine, il Piano Nazionale Transizione 4.0 ammette l’estensione del credito d’imposta alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori nell’ambito del biennio 2021-2022.